La grazia è novità
Celebrando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme nella Domenica delle Palme, anche noi facciamo il nostro ingresso nell’unica settimana dell’anno chiamata Santa. È un ingresso solenne, e la solennità ci aiuta a prestare attenzione a ciò che è davvero importante, ci richiama al centro, al cuore delle nostre esistenze, del nostro vivere.
Di Gesù nel Vangelo di Marco (11,2) si dice che volle entrare nella Città Santa montando un puledro “sul quale nessuno era ancora salito”; nel racconto della Passione secondo Luca (23,53) c’è poi il riferimento – al termine della vicenda terrena del Signore – del luogo in cui egli è deposto: “un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto”. Questi dettagli ci aiutano a riflettere sull’inedito che segna il vivere e il morire di Gesù: egli infatti “ha pellegrinato sulla terra degli uomini, ha terminato il suo cammino nella tomba come tutti, ma ha vinto la morte e in modo assolutamente nuovo, per un atto di puro amore, ha aperto la terra e l’ha spalancata verso il cielo” (Benedetto XVI, Messaggio Urbi et Orbi16 aprile 2006). Vero uomo, vive e muore come ogni uomo. Vero Dio, tutto ciò che lo riguarda ha il sigillo della novità assoluta. “La grazia è novità” dice Agostino (Disc.267,2), e Gesù sale a Gerusalemme perché questa grazia, il dono della Sua vita per la vita del mondo, si irradi definitivamente dall’alto della croce.
Siamo alle porte di una nuova Settimana Santa, ma forse il nostro sguardo stenta a riconoscere la novità che ci sta davanti; o meglio, stentiamo a riconoscere la novità in cui siamo immersi, perché “quanti siamo battezzati in Cristo Gesù, siamo battezzati nella sua morte […] affinché come Cristo fu risuscitato dai morti […] così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6,3-4).
Abbiamo bisogno di attingere questa novità di vita, proprio in questa Settimana Santa dell’anno 2021, secondo della pandemia, e per fare questo abbiamo bisogno di lasciarci purificare lo sguardo, “lavare il volto del cuore” dice Agostino (Disc. 136/C,5), per tornare a guardare il mondo, il nostro mondo, con lo sguardo nuovo dei bambini: il grido “Osanna al Figlio di Davide!” nella tradizionale antifona gregoriana è messo in bocca ai fanciulli, perché “a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio” (Mc 10,14), chi è come loro riesce a riconoscere il Regno che è già in mezzo a noi. Abbiamo bisogno di purificare il cuore sporcandoci le mani, ci insegna Papa Francesco: “Il cuore va pulito, va ordinato, va purificato. […] Per ripulire il cuore abbiamo bisogno di sporcarci le mani: di sentirci responsabili e non restare a guardare mentre il fratello e la sorella soffrono. Ma come purificare il cuore? Da soli non siamo capaci, abbiamo bisogno di Gesù. Lui ha il potere di vincere i nostri mali, di guarire le nostre malattie” (Francesco, Omelia7 marzo 2021).
Abbiamo di fronte una nuova Settimana Santa della nostra vita, che culminerà con una nuova Pasqua di Risurrezione: lasciamoci rinnovare profondamente dalla grazia di questi giorni: “La grazia è novità. Quanto più l'uomo si sarà rinnovato in meglio, tanto più profondamente comprenderà tutto ciò che è verità”, tutto ciò è bello e buono e che il Signore dona alla nostra vita e al nostro tempo.