Quaresima: itinerario del cuore
Nell’itinerario quaresimale, la liturgia, dopo averci invitato a seguire Gesù nel deserto, per affrontare e vincere con Lui le tentazioni, ci propone di salire sul “monte” della preghiera, per contemplare insieme a Lui la rivelazione della Sua gloria preparata dall’annuncio della Croce.
Il Mistero della Trasfigurazione del Signore è un vero programma di vita spirituale, un percorso di formazione del cuore, affinché nel nostro cammino quaresimale “questo cuore possa diventare simile a quello di Gesù, rivestito della Sua bontà e misericordia, per diventare come Lui, servi di Dio e degli uomini” (Francesco, Messaggio per la Quaresima 2015).
Vi scorgiamo anzitutto il primato della preghiera. Non una preghiera che ci isola dal mondo e dalle sue contraddizioni, come avrebbe voluto fare Pietro, ma una preghiera che diventa vita e rimanda alla vita. Gesù nel suo dialogo intimo con il Padre non esce dalla storia, anzi vi entra più profondamente, aderendo con tutto se stesso alla volontà del Padre e ci mostra che la vera preghiera consiste proprio nell’unire la nostra volontà a quella di Dio. Pregare è assumere fino in fondo le nostre responsabilità e portare le sofferenze della vita presente confidando nell’amore fedele ed inesauribile del Signore. Perciò S. Agostino apostrofa l’apostolo: “Scendi, Pietro! Tu desideravi riposare sulla montagna; scendi, predica la parola nel tempo favorevole e sfavorevole, contraddici le false dottrine, esorta e anche minaccia con una pazienza instancabile e con la sollecitudine per la dottrina, sopporta le fatiche e le sofferenze” (Serm 78,6).
L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, in un costante dialogare cuore a cuore con Lui, per poi ridiscendere ricchi del suo amore e della sua forza, in modo da servire i nostri fratelli con lo stesso amore di Cristo, “rompendo quella mortale chiusura in se stessi che è l’indifferenza” come ci esorta ancora il Papa. Il nostro progresso nella vita spirituale si decide così; quando con atti di obbedienza e di pura fede, usciamo da noi stessi per entrare nel cuore di Cristo e da Lui ci lasciamo trasformare per generare vincoli di comunione e di condivisione.
Quando lo scandalo della Croce per noi diventa insopportabile, quando i nostri cuori attraversano il buio fitto della passione e della morte, il Signore Gesù viene in nostro soccorso e ci apre l’orizzonte inedito della risurrezione. Solo chi prega, cioè chi si affida a Dio con amore filiale, può entrare in questo mistero che è la vita eterna, Dio stesso. Solo attraverso la Croce si giunge alla fede pasquale.La Quaresima pertanto è il tempo “favorevole” per rinvigorire la nostra fede e la nostra preghiera, la bella opportunità per rinnovare la consapevolezza del nostro rapporto vivo e vivificante con il Signore della nostra vita. Solo Lui può scavare dentro di noi, scalfire la durezza del nostro cuore e convertirlo sempre di più all’amore, alla compassione, alla solidarietà facendoci carico della sofferenza e del peccato dell’uomo.
S. Agostino riassume questo itinerario con parole bellissime: “Cristiano vivi sempre cosi in questa vita; se non vuoi impantanarti nel terreno limaccioso, non scendere da questa croce. E se cosi bisogna comportarsi per tutta la durata della vita, quanto più lo dovremmo fare per la durata di questi giorni di quaresima che non solo sono parte di questa nostra vita ma la significano anche” (Serm 205,1).
Celebrare la Quaresima vuol dire prendere coscienza della “sacralità” di questo tempo per seguire con maggiore coerenza Gesù alla Sua salita verso Gerusalemme, luogo del compimento della Sua passione, morte e resurrezione.
Chiediamo la grazia di seguirlo anche noi “decisamente”!